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Ecco Hifusk il robot chirurgico

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che usa gli ultrasuoni al posto del bisturi

Arianna Manciassi, docente all’Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna

INTERVISTA A Arianna Manciassi,
docente all’Istituto di BioRobotica

Quello che oggi è un progetto, in un futuro prossimo potrebbe sostituire la chirurgia come la conosciamo oggi. Nessuna incisione, nessuna anestesia, ma un bisturi ultrasonico collegato ad un braccio robotico che opererà con il paziente cosciente. Si  tratta di un robot chirurgico messo a punto dall’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa
 

Si chiama Hifusk (High Intensity Focused Ultrasound Surgery based on Kuka) il  robot chirurgico con il quale il team dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa ha vinto il Kuka Innovation Award 2020 – Medical Robotics Challenge, una competizione internazionale di robotica medica organizzata da Kuka, azienda leader nella produzione di robot industriali e collaborativi. 

Il team, guidato dalla professoressa Arianna Manciassi, docente all’Istituto di BioRobotica, era l’unico gruppo italiano tra i cinque finalisti selezionati tra gli oltre 40 partecipanti provenienti da tutto il mondo. 


Ma cosa sono gli ultrasuoni focalizzati e in che modo sono utilizzati in medicina? Ce lo spiega la  professoressa Manciassi. «Si tratta di un fascio di onde meccaniche, sono questo gli “ultrasuoni” che vengono indirizzati in una precisa zona del corpo, da qui il termine “focalizzati”, depositando energia in un volume grande quanto un chicco di riso.  Questo raggio scalda, quindi brucia (ablare il termine esatto) il tessuto, disintegrandolo». Gli ultrasuoni focalizzati li conosciamo sin dal ‘900 ma il loro uso è ancora limitato, soprattutto per quanto riguarda il controllo del processo. Adesso gli strumenti esistenti per sparare il fascio ultrasonico sono perlopiù montati su una macchina per la risonanza magnetica che serve per controllare l’azione del fascio e misurare le temperature raggiunte. 

Questo progetto renderà mobile e più agevole utilizzare la tecnologia degli ultrasuoni focalizzati. Non più un macchinario ingombrante e complicato ma una sonda robot. Questo è Hifusk?

«Esatto. Non solo: si opererà in maniera più semplice, precisa, utilizzando uno strumento maneggevole, ma sarà anche meno costoso.

È importante dire che il nostro braccio robot per guidare e controllare il fascio d’energia usa gli ultrasuoni stessi, quindi avremo uno strumento sofisticato che spara e guida utilizzando la stessa forma di energia, gli ultrasuoni appunto. C’è la possibilità per l’operatore di fare degli aggiustamenti manuali, ma il sistema robotico è progettato per operare con precisione millimetrica. Rispetto ad altri robot presenti in commercio, il robot Kuka ha ottime proprietà come robot-collaborativo ed è certificato per applicazioni mediche». 

Presentazione di Hifusk al Kuka Innovation Award


Invece di un corpo inserito dentro un tubo che deve stare perfettamente immobile, per molti  un’esperienza traumatica, avremo una sonda guidata da un braccio robot con il paziente steso su un lettino?

«Semplificando sarà così. Parliamo di uno strumento che combinerà la flessibilità della robotica con la potenza degli ultrasuoni focalizzati, così da aumentare la precisione, la velocità e le opportunità terapeutiche della chirurgia, proponendo un’alternativa non invasiva e sicura alla chirurgia tradizionale». 

Quali interventi sarà possibile fare con questo strumento, quando sarà operativo?

«In questo momento con la configurazione del braccio robot che abbiamo ci stiamo indirizzando a studiare il sistema per intervenire su reni, fegato, pancreas e la cura dei fibromi uterini. I tessuti cosiddetti molli.

Per alcune patologie, ad esempio a livello cerebrale, la soluzione elettiva resta ancora la guida di risonanza magnetica».

Sarà una rivoluzione anche per la lotta ai tumori?

«Certamente. Speriamo con il nostro progetto di rivoluzionare le tradizionali tecniche chirurgiche d’intervento anche sulle masse tumorali. In un prossimo futuro ci sarà un bisturi che non avrà una lama di metallo ma un fascio d’energia meccanica che guidato con precisione millimetrica scalderà e poi brucerà il tessuto bersaglio, con il paziente sdraiato su un lettino. Niente suture, niente perdite di sangue, niente infezioni». 

In sostanza avete inventato uno strumento medico nuovo.

«Abbiamo avuto un’idea e l’abbiamo realizzata. Abbiamo aperto una strada. Certamente Hifusk è una novità in campo medico».

Kuka Innovation Award – Team Istituto di BioRobotica


APPROFONDIMENTI

visita il sito dell’Istituto di Biorobotica

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