Il museo più visitato d’Italia, emblema della promozione in ambito artistico, ha cambiato il modo di comunicare e condividere l’arte, grazie a linguaggi e strumenti efficaci
Le Gallerie degli Uffizi sono il museo più visitato d’Italia, tra i primi in Europa per ingressi e prestigio. Meta di visitatori provenienti da tutto il mondo, conserva migliaia di opere all’interno di una sede mozzafiato nel cuore della Firenze rinascimentale, dove tutto è testimonianza di grandezza, storia e arte, uniche e irripetibili.
Una realtà, gli Uffizi, che avrebbe potuto vivere di rendita e crogiolarsi nella sua inossidabile certezza storico-artistica, ma che invece ha scelto di seguire i cambiamenti epocali che stiamo vivendo.
Le opere d’arte sono le stesse, ma è la visione ad essere cambiata.
Abbattere il divario tra fruizione dell’arte e vecchi preconcetti di esclusività, come se l’opera artistica fosse una prerogativa per pochi eletti, è stato il primo passo compiuto dal museo fiorentino.
Nell’era del 4.0, dove prevalgono le tecnologie digitali e si ha un’informazione ridondante, è necessario intercettare un linguaggio efficace, analizzando le tante possibilità, per abbracciare quelle più adatte e di maggior successo, senza precludersi opportunità che possano fare la differenza.
In un’epoca dove tutto corre in fretta, è necessario anche essere pronti ad evolvere, a cambiare l’offerta adattandola al momento storico. La pandemia ha sicuramente incentivato una serie di riflessioni, tra queste la necessità di portare fuori dai depositi le opere d’arte e, dove possibile, collocarle nella loro sede originaria. Questo permette la rivitalizzazione di luoghi spesso dimenticati o esclusi dagli itinerari di visita ufficiali e modifica il modo di pensare al turismo culturale, sempre più attento alla particolarità e alle novità.
Grazie al progetto degli Uffizi Diffusi, ideato da Eike Schmidt nel 2021, si incentiva il decongestionamento delle città che registrano il maggior afflusso turistico. Si rafforzano così altri territori, ma anche gli Uffizi stessi. L’arte chiusa nei depositi torna alla luce e nutre di nuova linfa vitale la cultura e il turismo ad essa legato, non solo locale ma anche regionale, favorendo la promozione culturale, lo sviluppo civico, educativo ed economico.
«Il primo anno di questo innovativo programma, quello passato, – prosegue il portavoce – è stato un trionfo. Il Time ha inserito la Toscana degli Uffizi Diffusi nei 100 luoghi da visitare nel 2022 e abbiamo ricevuto un analogo riconoscimento dalla prestigiosa rivista d’arte internazionale Apollo. Best in Travel, guida di Lonely Planet indica Firenze e la Toscana come meta anche per la presenza degli Uffizi e del loro progetto di diffusione d’arte sul territorio. Svariate università ci chiedono informazioni ed approfondimenti per studiare ciò che stiamo facendo su questo fronte. A pochi mesi dalla loro nascita, gli Uffizi diffusi sono già diventati un “modello”. Tuttavia le Gallerie non si fermano mai, dunque sono già partite le nuove iniziative. Possiamo già dirci dentro “la seconda edizione” di Uffizi Diffusi. Anche quest’anno ci saranno tante mostre che gli Uffizi porteranno nel territorio toscano».
E alla domanda su quale sia la sfida, o l’ambizione, futura degli Uffizi, il portavoce risponde che «le sfide degli Uffizi non finiscono mai. Stiamo per inaugurare le nuove sale al primo piano della Galleria delle Statue e delle Pitture, che accoglieranno gli autoritratti dei grandi artisti della Storia, dei quali il museo vanta, grazie al collezionismo dei Medici e quindi dei Lorena, la collezione più vasta al mondo di questa tipologia di opere. E nei mesi successivi riapriremo, rendendolo finalmente accessibile a tutti, il Corridoio Vasariano».