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Edizioni Clichy, editoria e IA 

Il mondo dell’editoria a confronto con l’intelligenza artificiale. Parola a Tommaso Gurrieri, amministratore unico e direttore editoriale di Edizioni Clichy

Tempo di cambiamenti nell’editoria. Il settore che più di tutti è stato investito da varie ondate di crisi, dalla chiusura delle librerie fisiche durante il lockdown, al calo dei lettori, all’aumento dei costi della carta, si trova ora ad affrontare, tra scetticismo e curiosità, l’avvento dell’intelligenza artificiale.

Tommaso Gurrieri, amministratore unico e direttore editoriale di Edizioni Clichy, la casa editrice indipendente nata a Firenze nel 2012, non ha dubbi: «L’IA è una delle più pericolose e serie minacce globali al pensiero degli esseri umani».

Dagli audiolibri alle case editrici completamente digitali, dal self-publishing al crowdfunding. Tommaso Gurrieri, qual è stato, in questi ultimi anni, il cambiamento più innovativo nel settore?

«Credo sia stato il fenomeno degli audiolibri, che tuttavia continua a manere abbastanza residuale rispetto all’insieme del mercato, così come gli e-book, che hanno ormai consolidato la loro presenza, che tuttavia, al contrario del mercato anglosassone, rimangono del tutto minoritari rispetto al libro cartaceo».

Il digitale può contribuire a innovare e ad arricchire la filiera produttiva del libro?

«Solo tecnicamente. Credo nel progresso scientifico e tecnologico. Non credo nella semplificazione. O meglio, la temo, perché ci rende tutti più superficiali e pigri intellettualmente».

TOSCANA ECONOMY - Edizioni Clichy, editoria e IA

Poesie, favole per bambini, racconti, romanzi di fantascienza, manuali. Secondo l’agenzia di stampa Reuters più di 200 libri in vendita su Kindle Store, la libreria digitale di Amazon, hanno elencato ChatGPT come autore. In che modo l’intelligenza artificiale sta influenzando la creazione di contenuti e la produzione di libri?

«Credo che l’intelligenza artificiale rappresenti una delle più pericolose e serie minacce globali al pensiero degli esseri umani, e quindi anche all’editoria, che teoricamente dovrebbe essere uno degli strumenti grazie a cui il pensiero degli esseri umani può progredire, svilupparsi e diffondersi.

Non ho conoscenza diretta di case editrici che se ne servono per produrre libri, ma temo che il fenomeno sia già in parte diffuso. Ed è spaventoso».

Su Youtube e TikTok spopolano i tutorial che spiegano come scrivere un libro con ChatGPT in quattro ore. Ma è davvero così facile e soprattutto non si nota la differenza tra la creatività umana e quella digitale?

«Per un po’, e in parte ancora oggi, si è pensato e detto che il self-publishing aprisse delle possibilità e permettesse una “democratizzazione” e un’apertura dell’editoria a tutti. La ritengo una posizione superficiale e anche un po’ populista.

Il ruolo dell’editore, che è un professionista, è quello di selezionare e dare appunto valore “editoriale” alla produzione di libri. Senza questa intermediazione ciò che si produce rischia di perdere la qualità e la professionalità.

Estremizzando per iperbole, sarebbe come dire che chiunque può fare un’operazione al cuore e ha tutto il diritto di farlo. Non è così, per diventare chirurghi occorre studiare, e anche molto».

Come si può bilanciare la creatività umana con l’apporto dell’intelligenza artificiale senza compromettere l’autenticità artistica?

«Non si può. L’arte è creatività, sofferenza, amore, cura, necessità interiore. È l’esatto opposto dell’artificio».

Come si immagina l’evoluzione del settore con l’apporto crescente dell’intelligenza artificiale?

«Sono ottimista, sennò non potrei fare questo mestiere. Ciò che è artificiale non può produrre arte, né letteratura. Può al massimo creare superficiale intrattenimento.

E l’intrattenimento già esiste e fa parte anche del mercato editoriale. Immagino che l’intelligenza artificiale possa essere utilizzata in quel settore, non certo nell’editoria di ricerca e di qualità. Qui occorrono gli autori, il pensiero, lo studio. E occorre tutto ciò che è verità, profondità, sincerità, necessità interiore».

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