Affitti brevi, l’indagine sul settore: crescita del +38% in Italia negli ultimi tre anni
L’analisi della piattaforma ReportAziende.it sul triennio 2021-24: il comparto garantisce la presenza di 180 milioni di turisti all’anno e ha contribuito a 66 miliardi di euro sul Pil nel 2024
Roma, 18 settembre 2025 – Il mercato degli affitti brevi in Italia nel triennio 2021-24 è cresciuto del 38%, garantendo oltre 180 milioni di presenze turistiche all’anno e generando nel 2023 un valore complessivo di 11 miliardi di euro nel mercato italiano.
È quanto emerge dal nuovo studio di ReportAziende.it, che ha analizzato l’impatto sull’economia nazionale del mercato degli affitti brevi in Italia.
Il comparto degli affitti brevi ha contribuito a un valore pari a 57 miliardi di euro sul Pil nel 2023, un valore che è cresciuto fino a 66 miliardi nel 2024. L’estate 2024 ha confermato la forza del settore, con un incremento del +17% nei mesi di giugno e luglio e del +22% in agosto rispetto all’anno precedente, consolidando il ruolo dell’Italia tra i mercati leader in Europa.
“Negli ultimi cinque anni gli affitti brevi sono passati da semplice fenomeno peer-to-peer a comparto economico strutturato, con il consolidamento del settore a partire dal 2021, in piena ripresa post-pandemica – dicono da ReportAziende.it -. Le società di gestione professionale, in gran parte micro e piccole imprese con meno di dieci dipendenti, sono aumentate in modo significativo e oggi offrono servizi che spaziano dalla gestione immobiliare al revenue management, dai servizi di accoglienza alla manutenzione”.
“A partire dal 2019 si è assistito a un forte incremento delle partite Iva legate ai servizi per gli affitti brevi – dicono da ReportAziende.it -. Sono emerse nuove professionalità che hanno reso questo settore un bacino di opportunità per i giovani con competenze digitali. I consulenti di revenue management, gli specialisti di pricing dinamico, i gestori digitali e gli operatori dell’accoglienza automatizzata rappresentano oggi figure centrali”.
“Accanto alla crescita, si manifestano però sfide strutturali – continuano da ReportAziende.it -. La frammentazione normativa tra regioni e comuni complica la gestione omogenea del settore. La pressione abitativa nei centri storici mette a rischio la residenza e la qualità della vita dei cittadini. La dipendenza da poche piattaforme digitali globali riduce la capacità di diversificazione del mercato e rende i gestori vulnerabili a dinamiche esterne. A questo si aggiunge la stagionalità della domanda, che richiede strategie di pianificazione e gestione più sofisticate per garantire stabilità economica”.
“Il settore ha raggiunto una maturità economica che lo rende un attore centrale del turismo italiano, ma senza una regolamentazione uniforme e senza un equilibrio tra sviluppo e sostenibilità urbana rischia di scontrarsi con limiti strutturali” – dicono da ReportAziende.it.